02Mag

Riprendiamo oggi un argomento che molto ha fatto discutere nei giorni scorsi, ovvero la presa di posizione di Swissstaffing verso il Municipio di Lugano, che ha deciso di estromettere dagli appalti pubblici la presenza di lavoratori interinali.

La riflessione odierna che vogliamo condividere con voi riguarda il concetto di interinale, che è spesso associato ad una condizione di precariato.

Riconosciamo che a livello contrattuale il lavoro interinale è molto più flessibile dei normali contratti di lavoro, ma perché parlare di precariato?

A nostro avviso il lavoro interinale ha un grande vantaggio che è quello della flessibilità, e della rapidità nella gestione dei cambiamenti.

Perchè dunque una maggior flessibilità viene spesso associata ad un concetto negativo?

Proviamo a immedesimarci nei sostenitori del concetto di precariato, i quali affermano che con il lavoro interinale non vi sono certezze: possiamo ribadire loro che il lavoro interinale nasce per sua stessa natura per sopperire a specifiche esigenze di carattere temporaneo o urgente. Immaginiamo però anche il vantaggio che questa tipologia di contratto concede ai lavoratori: essi possono infatti farsi conoscere in realtà differenti, hanno l’opportunità di trovare aziende che poi decidono di investire su di loro includendoli nel loro organico.

La differenza di base sta a nostro avviso nel punto di vista: interinale non deve essere associato a precariato, ma al concetto più positivo di opportunità.

Per collegarci quindi al tema di apertura di questo articolo, possiamo affermare che la presa di posizione di Swissstaffing va interpretata in quest’ottica: il lavoro interinale non deve essere visto come una minaccia ma come un vantaggio da entrambe le parti (candidati e aziende).

Assistiamo costantemente a grandi aumenti a livello numerico nel mondo HR (più agenzie, più persone iscritte e impiegate) che molto spesso riesce anche a garantire una qualità generale del servizio reso, superiore alla media nazionale. Per molti aspetti, legati prevalentemente alle normative rigorose che regolamentano l’operato delle agenzie per il lavoro, possiamo affermare che il lavoratore risulta essere più tutelato e correttamente retribuito. Abbiamo infatti meno violazioni rispetto a impieghi fissi in azienda e addirittura molto spesso le agenzie si fanno garanti nei settori dove non esistono contratti collettivi di lavoro.

I dati della disoccupazione che recentemente sono circolati in rete ci mostrano un quadro chiaro e positivo che è però fortemente legato all’andamento dell’economia Ticinese.

Un settore in crescita.
Secondo un recente studio presentato dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino in collaborazione con l’istituto BAK economics di Basilea l’economia cantonale è in costante crescita con numeri che sono stati giudicati positivamente dalla commissione preposta. Tutto ciò ha ovviamente fatto da traino per l’aumento delle percentuali di occupazione, a beneficio di tutta la popolazione. La percentuale dei disoccupati – seppur aumentata rispetto al decennio scorso – ha avuto un incremento contenuto rispetto alla vicina Italia, e comunque in linea con i valori riscontrati in tutta la Confederazione nel periodo di riferimento.

Lo studio conclude che “… le aspettative sono positive, soprattutto a livello di specializzazioni per i quattro agglomerati (Locarno; Bellinzona; Lugano; Chiasso-Mendrisio), come pure per l’andamento generale. Questo consentirà al Ticino di continuare a restare competitivo nel confronto nazionale ed internazionale, con innovazione costante e risposte pronte in caso di adattamenti necessari…“.

E il nostro settore come si posiziona in questo contesto di crescita?
L’aumento considerevole del lavoro interinale in Ticino (da 1,7 milioni di ore del 2000 alle attuali 7,6 milioni di ore lavorate) non può passare inosservato dalle Istituzioni, e non può soprattutto essere certo considerato come condizione di “precariato”. Oggi ci troviamo di fronte ad una norma blocca-interinali, che potrebbe essere interpretata come un qualcosa mirato a colpire un settore che ha tutti i numeri in regola e che non vuole in nessun modo porsi come un sistema alternativo all’occupazione tradizionale ma vuole invece essere da supporto ed intervenire laddove le aziende non riescono ad arrivare con le proprie risorse, e ovviamente non parliamo di risorse economiche o materiali, ma delle risorse più importanti: le persone, la forza lavoro.

A conclusione di questa riflessione, vogliamo precisare che l’operato delle Agenzie per il lavoro, oltre ad essere regolamentato da precise e puntuali normative (oltre al CCL esistono normative ben chiare che regolamentano il lavoro) è costantemente monitorato dagli organi competenti.

Ci teniamo a sottolineare che se tutti andiamo nella stessa direzione, che è quella di offrire lavoro a quante più persone disponibili, nel rispetto di tutte le regole, le Istituzioni potranno considerare le Agenzie come un valido supporto e non come una minaccia da estromettere dalle attività.

Point Service è la testimonianza di tutto questo! Un’agenzia di selezione del personale che offre attenzione al candidato soddisfacendo il cliente. Puntando su qualità del servizio, trasparenza, responsabilità sociale e centralità delle persone, Point Service fa incontrare domanda e offerta del lavoro sul terreno dell’eccellenza. Quest’obiettivo viene

raggiunto proprio perché la nostra azienda non trascura mai il fattore umano.

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#InsiemeNumeri1

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