Al giorno d’oggi essere positivo potrebbe non corrispondere esattamente a ciò che desideriamo, viceversa viviamo in una situazione tale che paradossalmente è meglio essere negativi. Quanta confusione ha creato questo invisibile nemico portandoci a sperare di essere negativi in determinate situazioni piuttosto che positivi. Forse però non è del tutto sbagliato pensare negativo, se facciamo un salto indietro di qualche decina di migliaia di anni ci ritroviamo in un mondo diverso da quello di oggi, pieno di insidie, pericoli e minacce nascoste ovunque, non siamo ancora al vertice della catena alimentare e passeggiare serenamente mano nella mano con qualcuno non è un’usanza salubre, specie se dietro ogni albero o cespuglio c’è qualche animale pronto a saltarti addosso per riempirsi la pancia, nascono in quei lontanissimi tempi i pensieri “negativi” ossia l’attenzione inconscia (ma non troppo) per tutto ciò che può andar male, come ad esempio un qualsiasi pericolo per la propria vita.
Al giorno d’oggi e dopo migliaia di anni, l’attenzione al senso di pericolo è sensibilmente diminuita, eppure conserviamo ancora intatti tutti i meccanismi che ci consentono di individuare una minaccia, ecco perché in questo periodo davvero difficile per tutti risulta assai arduo mantenere uno stato mentale positivo, rimaniamo troppo concentrati sul “cosa mi manca e cosa potrebbe andar male” mentre invece dovremmo focalizzare la nostra attenzione sul pensiero “ho ciò che mi serve e voglio che vada tutto bene”, in sostanza siamo ancora una volta sotto l’influenza della chimica del nostro cervello. Impariamo a riconoscere alcuni schemi tipici di pensiero negativo:
- IL SERGENTE ISTRUTTORE In molti articoli ho dato ampio spazio al tema della motivazione e della crescita dell’autostima, eppure anche in questi che sono pensieri fondamentalmente positivi può insinuarsi la negatività, ma come? In ogni ambito l’eccesso non è mai la via giusta da seguire specie se vogliamo raggiungere traguardi e obiettivi con l’idea di renderli stabili e duraturi, la troppa disciplina e l’eccessiva priorità data ai doveri in genere può catapultarci velocemente verso un tipico pensiero negativo nel quale non c’è spazio per la flessibilità, ci ritroveremo così a dover “per forza” esaudire ogni richiesta del nostro sergente interiore per paura di non essere accettati, quasi fossimo comandati da una perentoria voce che ci vorrà sempre brave persone, non vuol vederci fallire per nessun motivo al mondo e ci ricorderà di non aspettarsi mai troppo dal mondo.
- IL CHIAROVEGGENTE Questo schema di pensiero negativo è forse il più subdolo e difficile da individuare, la vocina chiaroveggente infatti è colei che giunge spesso a conclusioni affrettate, lo fa velocemente e con poca o nessuna analisi di ciò che sta facendo o ascoltando. Gli basta un’occhiata per capire subito di che umore è la sua controparte traendone altrettanto velocemente conclusioni il più delle volte sbagliate, il suo pensiero ricorrente sarà: “mi considerano inutile”, “sicuramente sta pensando male di me”, “perché mi guarda così…” assieme a tutti quei pensieri in grado di generare una domanda alla quale poi dare una risposta precipitosa convincendosi di aver risolto il problema.
- CRITICO Il pensiero autocritico negativo è forse uno tra i peggiori, se nella realtà quotidiana l’autocritica si rivela spesso un prezioso alleato in grado di mostrarci come non commettere più determinati errori, alcune volta essa si trasforma in un giudice implacabile, in grado di stroncare sul nascere qualsiasi atteggiamento positivo o propositivo con pensieri collegati al senso di insicurezza: “è colpa tua, sei stato sciocco, perché hai permesso che accadesse ciò…” e mille altri, con l’unico scopo di farti demordere, il pensiero autocritico negativo tende ad autoalimentarsi creando infine una visione tendenziosa e mai obiettiva di qualunque situazione stiamo affrontando, “te l’avevo detto” sarà la frase ricorrente, lentamente la vostra autostima sarà sfiancata e getterete la spugna.
- CATASTROFICO Individuare questo pensiero negativo è abbastanza semplice, entra in scena con fare melodrammatico, mentalmente tragico pieno di pathos, quasi fosse una rappresentazione teatrale dove dare il meglio di se stesso impersonando un perdente. In questo atteggiamento mentale non si riescono a soppesare tutti gli elementi a nostra disposizione, vengono sempre presi prima in considerazione gli aspetti negativi e le scarse possibilità di riuscita. Essendo uno dei pensieri negativi più comuni ce ne possiamo accorgere facilmente individuando immediatamente frasi della nostra vocina interiore come: “non ce la farai mai”, “può solo andar male”, “non ho le forze per completarlo” e così via, fino a mollare del tutto qualunque nostro desiderio.
- TABULA RASA Questo schema di pensiero negativo è forse quello con la più alta possibilità di diventare patologico, occorre pertanto prestare la massima attenzione e individuarlo quanto prima, in questo pensiero sono sempre presenti elementi atti a contrastare qualunque ipotesi di costruttività, positività e utilità, tutto va sempre male, la nostra vocina interiore, più sibillina che mai ci suggerirà frasi come: “non aspettarti nulla di bello!”, “non meriti questo o quello”, “non accadrà nulla di buono”, “non succederà mai…” e così via fino al completo annullamento del pensiero positivo. “Perché mai dovrei pensare queste cose? La mia vocina interiore mi motiva sempre!” Sento già le vostre osservazioni, eppure dobbiamo sempre ricordare che per il cervello l’obiettivo primario è il risparmio energetico e questo schema di pensiero scatterà ogni volta che avremo di fronte una nuova sfida da affrontare che richiede impegno, costanza e tanta energia.
Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere. (George Eliot)
Secondo il docente docente di Psicologia positiva alla East London University Tim Lomas che ha dedicato un intero libro al potere delle emozioni negative, “i pensieri negativi possano essere addirittura potenzialmente utili e quindi positivi se si sperimentano in dosi moderate e si affrontano con intelligenza…” esiste pertanto il pregiudizio della negatività che ci limita nel controllarli. Il neuropsichiatra Rick Hansonma sostiene inoltre “che il nostro cervello, di fronte a pensieri positivi, è come fosse foderato di teflon, il materiale di cui sono fatte le padelle antiaderenti. La positività passa ma non si “attacca” mentre, al contrario, i pensieri negativi restano avvinghiati al nostro cervello come insetti sulla carta moschicida. Un commento negativo al proprio operato sul posto di lavoro è capace quindi di annullare in un attimo la soddisfazione provocata da altri feedback positivi e ha conseguenze più lunghe e dirette sulla maniera di agire”.
Come posso agire e cambiare i miei schemi mentali?
Come abbiamo visto i pensieri scivolano nel nostro cervello in continuazione e in tutte le direzioni, a lungo andare essi creano delle vere e proprie autostrade, ma attenzione, queste autostrade servono a condurci solo più velocemente alla meta nell’analisi della situazione che stiamo vivendo. Abbiamo quindi imparato che le impressioni negative sono le più veloci per via della loro presenza nel nostro DNA, ecco quindi che il pensiero negativo si formerà più rapidamente di altri, suggerendomi sempre una sola strada facile e dalla conclusione che potrà soddisfarmi solo abbastanza, “anche se negativa?” Chiederete voi, “sì!” Risponderò io proprio perché è la più semplice. È più facile un pensiero del tipo “tanto non ce la faccio, lasciamo perdere, mi dedico ad altro, poi lo farò, abbiamo sempre fatto così…” tutti pensieri statici con il minimo dispendio di energia, ma davvero inutili e sempre dannosi.
Vorrei infine soffermarmi su come questi pensieri conducano ad una conclusione spesso riscontrata in altri articoli, la necessità del “cambio di prospettiva” per affrontarli ed eliminarli. Bisogna far proprio il pensiero sull’investimento delle proprie energie in un qualunque progetto per la nostra crescita, il cervello, in questo caso nostro nemico, deve apprendere e far propria la volontà di usare questa energia. Per farlo dobbiamo impegnarci costantemente nell’individuazione del pensiero negativo ed eliminarlo, la nostra autostima cresce e il cervello, ricevendo gratificazione, ci aiuterà a rendere possibili tutti i nostri obiettivi, dobbiamo cambiare prospettiva e soffermarci sempre su ciò che stiamo vivendo, sforzandoci nel cercare similitudini con gli schemi di pensiero elencati sopra. Ricordate l’unica negatività che vogliamo e al covid-19!
#GemmaDeiNumeri1