Esistono molte realtà lavorative che in organico vivono quotidianamente drammi personali paragonabili alle trame delle migliori telenovela, assistiamo frequentemente a scene di ripicca, astio e mancanza di aiuto reciproco, tutti sentimenti generati da una scarsa consapevolezza in due aspetti specifici e importantissimi, l’autostima e la coesione aziendale, se per la seconda il fine è semplicemente deducibile: “va bene l’azienda va bene tutto il resto”, nel primo caso invece, come ho trattato spesso nei miei articoli, quello da intraprendere è un percorso difficile e colmo di ostacoli perché spesso siamo noi a non riuscire ad integrarci come si dovrebbe in un team. Inoltre è importante imparare a dare ascolto ai propri sentimenti, riconoscere e isolare gli elementi che riteniamo tossici, o meglio ancora apprendere come ascoltare e cercare di correggere i comportamenti di chi non ha ancora ben chiaro il concetto di lavoro in team, non basta essere educatamente gentili, non è sufficiente adottare buone maniere, si deve invece pianificare un preciso piano d’azione mirato a migliorare sensibilmente la nostra presenza in un team, come spesso accade, questo cambiamento che cerchiamo in altri deve partire prima da noi e sempre in noi dobbiamo cercare quel miglioramento nei rapporti che tanto vorremmo dai nostri colleghi.
Se stiamo cercando una vera “palestra di vita”, quale occasione migliore per formare il proprio carattere come quella che si può avere dal proprio posto di lavoro? Le vicissitudini quotidiane che si creano all’interno di un team, piccolo o numeroso che sia, portano spesso a generare tensioni, incomprensioni, invidie e quant’altro di negativo vi possa venire in mente. Ma perché così spesso sul lavoro ci imbattiamo in questi sentimenti? Non dovrebbe essere proprio il team a generare coesione e fedeltà aziendale? Non basta la consapevolezza di far bene il proprio lavoro per far sì che tutto il team sia in armonia? La risposta è no!
Ricorda che la via più valida per far carriera è aiutare l’uomo che sta davanti a te a essere promosso.
(Anonimo)
Questa simpatica riflessione, ahimè anonima, ci fa riflettere su quale dovrebbe essere la giusta strategia da adottare sul posto di lavoro, l’aiuto! Cercare di immedesimarsi nei propri colleghi e far fronte alle loro necessità è un’abitudine più che buona, essa infatti non solo ci mostrerà agli altri come delle persone su cui poter contare in caso di bisogno, ma incrementerà sensibilmente la nostra autostima. L’autostima… quante volte ho scritto che essa è uno dei tasselli chiave sui quali lavorare sodo per raggiungere poi i risultati che vogliamo ottenere dalle nostre azioni. Proprio questo aspetto così importante per la nostra crescita interiore è quello che, se non curato adeguatamente, rischia di contribuire alla creazione di un ambiente tossico. Molti dei casi, se non tutti, di team che non operano in armonia, dipendono in genere da una o più persone che hanno di se stessi una bassa autostima, non essendo così in grado di svolgere in maniera adeguata i compiti che gli vengono assegnati, attenzione non sto dicendo che non possono farlo o che non sanno farlo, ma semplicemente che nella maggior parte dei casi essi rinunceranno in partenza, falliranno ancor prima di aver tentato, cercheranno (con insuccesso) di percorrere la strada più breve che in genere è fatta di menzogne, sotterfugi, maldicenze e quant’altro contribuisca (secondo il pensiero sbagliato) a creare velocemente di loro un’immagine solida e professionale, con poca fatica e pochissimo spazio di manovra per chi gli sta di fronte, in pratica gli elementi che in genere creano disarmonia in un team sono proprio quelli che non si impegnano in un compito a loro assegnato e soprattutto che non hanno mai l’umiltà (la magica parolina che tutto risolve) di chiedere aiuto quando ne hanno bisogno, magari un semplice consiglio su come svolgere qualcosa che in quel momento non riescono proprio a fare.
Cerchiamo di analizzare quali sono le regole di convivenza pacifica e soprattutto PRODUTTIVA da adottare con efficacia in ufficio o comunque sul lavoro. Non elencherò cose che ormai abbiamo già trattato in passato come le semplici regole che l’educazione ci impone: il rimprovero in privato, la giusta stretta di mano o la cortesia che dobbiamo adottare verso i nostri colleghi che a loro volta stanno lavorando. Preferisco invece soffermarmi su quelli che considero i capisaldi della buona convivenza in team e che dobbiamo far crescere principalmente in noi stessi per trarne beneficio di riflesso. Su quegli aspetti che, secondo me, sono necessari anche a farci crescere nella sfera personale e privata. Come ho detto, la prima parolina magica da imparare in grado di stravolgere la nostra vita è UMILTÀ, imparare ad accettare le critiche è certamente uno dei passi più importanti che dobbiamo compiere nel nostro cammino di vita sia personale che professionale, chi impara a trasformare i giudizi negativi degli altri in qualcosa di utile per se stesso ha sicuramente maggiori possibilità di colui che invece vuole solo farsi apprezzare a qualunque costo. GENTILEZZA, anche questo aspetto che probabilmente molti di noi daranno per scontato, in realtà non le è affatto, non basta solo essere “educati” per mostrarsi gentili con gli altri, poiché in questo caso sarebbe la strada più breve e sovente la più fredda, dobbiamo invece impegnarci a saper cogliere le aspettative nella mente del nostro interlocutore, cercando così di centrare il vero senso della gentilezza che non è fatto solo di “per favore, grazie e certamente…” ma che vuole ci sia il rispetto oltre alla grande capacità di “ascolto”, impariamo a interpretare i bisogni di chi ci sta di fronte e non solo semplicemente esaudirli, in questo modo avremo fatto un passo concreto, solido e duraturo verso la gentilezza.
Grande Spirito, aiutami a non giudicare un altro, se prima non ho camminato nei suoi mocassini per due settimane.
(Antico detto Sioux)
Quanta saggezza si coglie negli antichi detti popolari, perché proprio uno degli aspetti più importanti su cui lavorare nella modellazione del nostro carattere aziendale riguarda l’importanza di capire l’altro, come nel caso della gentilezza, non è solo letteralmente saper “ascoltare” una persona ma riuscire invece a coglierne i veri bisogni, e all’opposto anche saper parlare, cosa che anche questa probabilmente daremo per scontata, non è affatto semplice. Imparare a saper sporgere un reclamo se riteniamo di aver subito un torto, capire quando è il momento giusto per esprimere un’opinione o usare le giuste parole avendo così la sicurezza di essere capiti, sono tutti aspetti che fanno parte di una disciplina che si apprende solo con il tempo, anche in questo caso non possiamo scegliere la via più breve. La battutina, un semplice cenno del capo o peggio l’occhiolino che ammicca dimostrando un’attenzione che non c’è, sono tutti pessimi modi di comunicare in un team professionale, sul lavoro le comunicazioni devono essere sempre chiare, reali e concrete e a queste devono necessariamente seguire fatti tangibili. “Come?” Direte voi, “non si può più sorridere sul lavoro?” Ma certamente! È importante creare sempre un clima sereno e cordiale, ma mai a discapito della professionalità, la capacità di saper inquadrare il momento giusto per ogni cosa è un aspetto su cui dovremmo lavorare alacremente ogni giorno con l’obiettivo di compiere azioni solo per fare centro! Che sia una considerazione professionale o una battuta veloce dovremo sempre essere in grado di riconoscere il momento adeguato per farlo.
Non importa quanto un uomo possa fare, non importa quanto coinvolgente la sua personalità possa essere, egli non farà molta strada negli affari se non sarà in grado di lavorare con gli altri.
(John Craig)
Riflettiamo su quest’ultima citazione e cerchiamo di comprendere dove realmente risiede il problema che potrebbe presentarsi in ambito professionale, ma impariamo anche ad essere umili, autocritici e a saper riconoscere se, come molto spesso accade, il problema non risieda invece in noi, solo allora con tanta gentilezza ascolteremo i problemi dei nostri colleghi aiutandoli a capire che il lavoro in team, se ben orchestrato può farci volare TUTTI dritti alla meta quasi senza fatica.
#GemmaDeiNumeri1
Comments are closed.