08Apr

Aretha Franklin cantava “R-I-S-P-E-T-T-O. Scopri ciò che vuol dire per me. R-I-S-P-E-T-T-O. Prenditi cura di ciò che ti riguarda” Il breve ma chiaro messaggio contenuto nel ritornello della canzone #Respect ci illustra come sia importante soddisfare i propri bisogni e le necessità esattamente come quelli degli altri (sempre nel limite del possibile); nella sua immortale canzone lei chiede rispetto per se stessa, ma pretende anche che chi le sta di fronte a sua volta rispetti se stesso e ciò che lo riguarda; molto spesso infatti ho scritto su come la mancanza di autostima sia in effetti una delle prime cause del fallimento di un obiettivo, ecco pertanto come l’imparare a rispettare se stessi e chi ci circonda sia un’azione quotidiana dai grandissimi benefici. Esattamente come per la gentilezza, il rispetto non deve essere solo un gesto legato all’educazione, ma deve avere radici profonde basate sulla consapevolezza e sulla voglia di crescere.

Nello scorso articolo abbiamo dato uno sguardo a tutte le possibili conseguenze derivanti dall’uso improprio della gentilezza, sembra impossibile far coincidere la gentilezza con un subdolo piano architettato dal nostro subconscio per sabotare l’autostima altrui, ma a volte è così; non solo, la gentilezza è uno di quei buoni sentimenti che potrebbero invece trasformarsi in strade verso l’insuccesso, inoltre quando la mancanza di gentilezza si associa alla mancanza di rispetto, o meglio al suo uso sbagliato, ecco che avremo innescato una terribile spirale negativa, immaginiamo infatti solo per un attimo se non rispettassimo nulla di ciò che ci circonda. Non sentiamoci immuni dalla possibilità di mancare di rispetto, esso infatti non si limita a quelle situazioni che riteniamo di avere sotto controllo, come lo è sicuramente il rispetto nei confronti di un anziano, di un superiore, di un collega con più esperienza come per i propri genitori o del compagno/a, siamo bravissimi a rispettare le istituzioni e cerchiamo di insegnare il rispetto ai nostri figli le medesime cose; eppure tutte le situazioni su elencate sono solo una parte del senso di rispetto che dovremmo puntare a migliorare, sono da considerare solo un aspetto di facciata del rispetto, sono quelle che ci aiutano a mantenere un’immagine decorosa della nostra persona.

Il complimento più grande che mi è mai stato fatto fu quando uno mi chiese cosa ne pensassi, ed attese la mia risposta.
(Henry David Thoreau)

L’essenza del rispetto ci impone una più attenta analisi dello stesso e una conseguente maggiore attenzione a ciò che esso comporta. Rispettare una persona, ad esempio, vuol dire saperla valutare nell’insieme di tutte le sue azioni e i suoi pensieri, in modo da non giudicarla per una sola scelta o opinione in merito ad una questione, questo genere di confronti serve a creare il giusto ambiente per una convivenza senza conflitti, saremo così in grado di accettare le differenze tra le persone. Rendendosi conto che ognuno di noi ha il diritto di scegliere come essere e come apparire, saremo in grado anche di iniziare a rispettare noi stessi, per i medesimi motivi. Comprendiamo subito come sia importante quindi non solo rispettare chi riteniamo meritevole di ciò, ma concentrarci invece per entrare poi in una vera e propria cultura del rispetto, in grado di creare un ambiente incredibilmente favorevole per tutte le nostre intenzioni. Come per la gentilezza e l’amore, non sempre è facile coltivare una cultura basata sul rispetto, capita a volte di essere fermamente convinti delle nostre ragioni, pensiamo magari che la nostra posizione sia l’unica possibile e in buona fede diventiamo più o meno aggressivi, anche solo con parole o con gesti molto enfatizzati, rischiamo di mancare di rispetto a chi ci sta di fronte, ed è proprio l’aspetto legato al controllo delle proprie emozioni che ci indica il punto di partenza per iniziare la nostra nuova vita basata sul rispetto per la vita.

Se vuoi conoscere come è un uomo, dai una buona occhiata a come tratta quelli a lui inferiori, non come tratta i suoi pari.
(J. K. Rowling)

Iniziamo quindi con il rispettare noi stessi, accettando le nostre convinzioni a prescindere da ciò che pensano gli altri ma invece rispettando al contempo anche le convinzioni degli altri, rispettiamo gli altri come le norme sociali, impegniamoci per rispettare di più la natura, anche solo piccolo gesto può essere determinante per questo, facciamo un riepilogo di tutti i valori in cui crediamo fermamente, analizziamo a fondo il nostro comportamento per determinare se facciamo abbastanza per ognuno di essi, stiliamo anche una lista di valori che per noi possono essere poco convincenti e cerchiamo di capirne i motivi, molto spesso con il tempo alcune convinzioni cambiano a nostra insaputa. Impariamo ad osservare, guardare il mondo che ci circonda, la parola stessa respĭcĭo, da cui deriva rispetto, significa guardare, voltarsi a guardare, dedicare maggior attenzione a dettagli su una persona che potevano esserci sfuggiti.

Chi si rispetta sa come farsi rispettare, chi si stima sa come farsi stimare.
(Proverbio Cinese)

Rispetto e stima sono profondamente connessi tra loro, entrambi inoltre sono uno dei punti cardine su cui far leva per migliorare professionalmente; in un contesto lavorativo è essenziale rispettare ed essere al tempo stesso rispettati, in realtà è talmente importante il secondo aspetto che sono sempre personalmente molto attenta ad alcuni segnali di una mancanza di rispetto nei miei confronti; faccio attenzione, ad esempio, quando le persone che ritengo non autorizzate criticano il mio lavoro o le mie scelte, sia chiaro sono la prima ad accettare le critiche, anche le più feroci, e ciò perché le ho sempre viste come un momento di crescita, ma devono essere esposte nel giusto contesto, in questo senso dobbiamo saper riconoscere le persone autorizzate ad intervenire in quel preciso istante e cogliere l’essenza del messaggio che tentano di trasmetterci, mostrando pertanto rispetto per un’opinione diversa dalla mia, ponendomi nella posizione di ricevere lo stesso trattamento; come per la gentilezza il rispetto chiama rispetto. Ci sono poi tanti altri segnali che l’interlocutore può trasmettere a chiaro segno di una mancanza di rispetto nei miei confronti: tagliare corto una conversazione, evitare il contatto visivo, celebrare il vostro discorso con parole altisonanti come “Fantastico!”, “Bellissimo!”, “Certamente”, e mille altri, non ultimo mostrare chiari segni di insofferenza come roteare gli occhi. Ma a parte ciò che l’interlocutore può trasmetterci involontariamente, ciò che dovremmo chiederci è perché non riusciamo ad ottenere il rispetto che pensiamo di meritare, poniamo sempre in discussione il nostro operato e il nostro modo di relazionarci con gli altri, proprio perché come abbiamo già detto, il rispetto come la gentilezza sono sentimenti prima che azioni, e a volte non ne abbiamo il pieno controllo. Possiamo diventare persone molto migliori se impareremo veramente a rispettare noi stessi per primi.
Rispettiamoci

#GemmaDeiNumeri1